dark star

REGIA:John Carpenter
PAESE:USA
TITOLO ORIGINALE:John Carpenter's Dark Star
DURATA:83'
ANNO:1974
SCENEGGIATURA:John Carpenter, Dan O'Bannon
FOTOGRAFIA:Douglas Knapp
VALUTAZIONI:
KRISTIANOPEDIA:4/4
MEREGHETTI:***
MORANDINI :***
cosa dice wikipedia:
La Dark Star - nave spaziale con il compito di distruggere le stelle e i pianeti instabili, evidentemente astri di un altro sistema solare - annovera un equipaggio piuttosto particolare: i membri infatti sembrano degli schizofrenici che si prendono cura di una creatura aliena in maniera quasi morbosa, discorrono su temi che passano dalla morte al campionato di baseball con il loro capitano ormai morto e si divertono a praticare surf a gravità minima.
Nel film ci sono senza dubbio riferimenti e influenze di Kubrick, sia a Il dottor Stranamore che a 2001: Odissea nello spazio. Carpenter ironizza sulla missione spaziale, sulla volontà di conquistare che caratterizza l'uomo, ma soprattutto sulla distruzione. Il film affronta anche il tema dell'intelligenza artificiale, ma in modo decisamente più sdrammatizzante rispetto a Kubrick.
Tra l'equipaggio tutto è grottesco e irriverente, così come il problema assurdo che gli astronauti devono affrontare in seguito a un guasto: la bomba 20, già più volte innescata e convinta dal computer di bordo a tornare a posto, esprime il desiderio di esplodere. Nel film la Bomba sembra essere dotata di una coscienza e di un obiettivo: esplodere. Il problema nasce però da un malfunzionamento al meccanismo che la dovrebbe sganciare. L'equipaggio dovrà convincere la bomba a tornare indietro. L'unico modo è "parlare" alla bomba, convincendola che non può essere sicura di esplodere. Assistiamo a un dialogo surreale tra tenente e bomba, ognuno con le proprie motivazioni. La bomba fa notare come una macchina sia in realtà anche un essere intelligente («Penso, dunque sono» — dice a un tratto) e alla fine decide di farsi esplodere, paragonandosi a Dio («In principio era il buio e io venni dopo il buio. E luce sia!»).
Attraverso la bomba Carpenter fantastica e compone una satira contro il potere, che - troppo - nuoce alla testa e una riflessione sulle armi che possono sempre essere riposte e non uccidere più nessuno. A 10 anni esatti dal Dottor Stranamore, Carpenter continua a parlare con acuto cinismo di questa surreale invenzione umana.

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