il quinto elemento

REGIA:Luc Besson
PAESE:francia
TITOLO ORIGINALE:Le cinquième élément
DURATA:126'
ANNO:1997
SCENEGGIATURA:Luc Besson, Robert Mark Kamen
FOTOGRAFIA:Thierry Arbogast
VALUTAZIONI:
KRISTIANOPEDIA:3/4
MEREGHETTI:*/
MORANDINI :**/
recensione da La Stampa:
Gli autori de Il quinto elemento, kolossal fantascientifico francese in parte riuscito e divertente, in parte meno riuscito e stucchevole, sono almeno quattro. Il primo è Luc Besson, trentotto anni, parigino, debuttante nel 1982 col fantascientifico Le dernier combat, regista di Subway, di Nikita, di Leon, padre di due bambine avute dalle sue attrici Anne Parillaud e Maiwenn Le Besco, futuro padre d'un bambino della coprotagonista di questo film Milla Jovovich, cineasta di talento capace di pensare in grande. Il secondo autore è Moebius, lo stupefacente disegnatore Jean Giraud, che ha ideato alla sua maniera i paesaggi del film: città fitte di grattacieli attraversate da veicoli che corrono veloci nell'aria, locali notturni e prigioni intercambiabili, edifici avveniristici e insieme decadenti. Il terzo autore è Jean Paul Gaultier, che ha creato i bellissimi costumi esagerati, sardonici: divise da hostess dal puntuto petto conico, uniformi maschili fascianti i genitali e le cosce, bende femminili da inferma o da mummia, bianchi bozzoli zen, canottiere virili irresistibili. Il quarto autore è il protagonista Bruce Willis, tassista coraggioso che dà al film energia, charme, vitalità, ironia. Non ha molta importanza la storia pastrocchiata, scritta da Terry Bisson, della Terra nell'anno 2413, minacciata dalla malvagità di Gary Oldman, salvata da Bruce Willis e dall'onnipotenza dell'amore, né del quinto elemento che (oltre l'aria, la terra, il fuoco, l'acqua) è l'unico a poter garantire la vita. Il film del tutto visuale ha come fine la meraviglia, la grandiosità, la stravaganza degli esseri che lo popolano: guerrieri dalla testa di cane feroce, poliziotti corazzati come scarafaggi, un teledivo nero isterico e celeberrimo, una Diva delicata la cui voce sublime tocca il cuore dei neobarbari. L'invenzione elegante affascina, incuriosisce, sazia: e dimostra quanto un kolossal barocco europeo, ricco di allusioni e di riferimenti culturali e non soltanto di incendi, esplosioni, fughe, inseguimenti, crash, possa essere più interessante d'un kolossal americano privo di spessore e a volte privo di senso.
Da La Stampa, 30 Ottobre 1997 Lietta Tornabuoni

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