solaris

REGIA:Andrej Tarkovskij
PAESE:URSS
TITOLO ORIGINALE:Солярис (Soljaris)
DURATA:165'
ANNO:1972
SCENEGGIATURA:Andrej Tarkovskij, Fridrikh Gorenštejn
FOTOGRAFIA:Vadim Jusov
VALUTAZIONI:
KRISTIANOPEDIA:?
MEREGHETTI:?
MORANDINI :****
recensioni
Lo scienziato Kris Kelvin, inviato ad indagare su ciò che sta accadendo sulla base orbitante attorno al magmatico pianeta Solaris, scopre che delle radizioni hanno il potere di materializzare angosce e desideri dell'equipaggio. Anche Kelvin ne è vittima, e per lui rivive Chari, la sua fidanzata suicidatasi anni prima.
Tratto da un romanzo di Stanislaw Lem sceneggiato dal regista con Fridrik Gorenstein, il fim fu pubblicizzato come la risposta sovietica a 2001:Odissea nello spazio, ma non si potrebbe pensare a due film più diversi. Certo, anche per Tarkovskij è un pretesto per riflessioni filosofiche: ma è l'ignoto che è in noi, a interessarlo, e non il mistero dell'Universo. Lo stile lirico del regista, diluito nella durata ma concentrato ed ermetico nei significati, ha trovato un equilibrio e un incanto unici.
Paolo Mereghetti, "Dizionario dei Film"

Racconto angoscioso e appassionante, ossessivo nella sua lentezza, Solaris non concede nulla all'esteriorità spettacolare del genere fantascientifico. Non ha rapporti, se non tematici, con 2001: Odissea nello spazio di Kubrick: gli astronauti sovietici portano in sè la presenza della terra (intesa come luogo per vivere, legami affettivi, famiglia), tentano di risolvere ansie e problemi che la permanenza nel cosmo ha solo reso più acuti. L'ideologia di Tarkovskij è tutta umana e limitata (piccoli desideri, ritorno alle radici, sgomento dinanzi alle scoperte - inevitabili - della scienza) e dà spazio a un sommesso misticismo. Il suo stile è disteso, intenso (ogni inquadratura, ogni gesto, ogni movimento della macchina trae forza dalla "concentrazione" che rivela), evocativo, morbido in tutti i raccordi, come per sottolineare l'importanza della riflessione che il regista va svolgendo. Solaris è giunto in Italia notevolmente accorciato e, forse per questo, in alcuni punti, è apparso confuso più del lecito.
Fernaldo Di Giammatteo, "Dizionario Universale del Cinema"

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